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Ulcera corneale perforata risolta omeopaticamente

La vigilia dello scorso Natale sono stata chiamata dal Sig.S. per un problema all’occhio della sua alpaca: “Dottoressa, gli è entrato un forasacco nell’occhio ed ora esce una pallina, Elvetia ha molto dolore e non riesce a tenere l’occhio aperto.. può venire a dare un’occhiata?”.

Quando sono arrivata, ho trovato il quadro della foto qui a dx: la cornea era tutta opacizzata, le congiuntive decisamente infiammate ed edematose, l’iride era fuoriuscita (pallino nero centrale) per collasso della camera anteriore dell’occhio, e costituiva una vera e propria protuberanza di circa 1 cm di diametro e 0,5cm di spessore, sulla superficie del globo oculare. Purtroppo le mie doti di fotografa non sono delle migliori, ma ad un’attenta visione è possibile notare a destra del “pallino” una formazione rossastra, circondata dalla zona a maggior opacità. L’area rossastra è tale per la neoformazione di vasi sanguigni, indicanti l’inizio del processo cicatriziale.

La terapia omeopatica è stata scelta sulla base dell’eziologia, cioè sulla causa scatenante, in questo caso una spiga d’avena del fieno (un “forasacco”). Questa si è infissa sulla cornea perforaldola, determinando una “lesione da punta” sulla superficie oculare. La terapia, somministrata giornalmente per bocca, non ha contemplato cure antibiotiche (di norma utilizzate per prevenire infezioni secondarie) poichè il quadro clinico non lo richiedeva, ed è stata mirata a favorire la cicatrizzazione per seconda intenzione (a partire dagli strati tissutali più profondi) e a sfiammare quanto possibile per ridurre il disagio da dolore ad Elvetia.

Qui a dx possiamo vedere l’occhio di Elvetia al controllo, dopo 10 giorni di terapia: la congiuntiva è quasi rosea, molto meno edematosa, la cornea si è ritrasparentizzata, ed il “pallino” nero è divenuto rosso: segno che la cicatrizzazione è ancora in atto e che occorre prolungare il tempo di terapia, sostenendo l’organismo nella replicazione e nei processi di specializzazione cellulare, necessari alla ricostituzione dei tessuti specifici dell’occhio.

Infine, qui a sx si vede l’occhio di Elvetia dopo altri 12 giorni di terapia. Praticamente c’è una quasi totale restitutio ad integrum, rimane una piccola area centrale di opacizzazione e vascolarizzazione che verrà risolta con un’ulteriore settimana di terapia.

Considerando che la tempistica media di risoluzione di un’ulcera corneale perforata, trattata con terapie allopatiche, è di almeno 40-50 giorni (se non intervengono infezioni secondarie!), quanto sopra descritto, ottenuto in meno di 30 giorni, con una somministrazione giornaliera di 2 rimedi omeopatici, senza terapia antibiotica, è decisamente un buon risultato!

Ciò dovrebbe far riflettere sul famoso compromesso farmacologico, ben noto a tutte le categorie mediche… nonchè su quanto le terapie chimiche “deprimano” le capacità rigenerative dell’organismo, determinando tempi di risoluzione e cicatrizzazione nettamente più lunghi di quelli che di norma si hanno nei pazienti trattati omeopaticamente. Nella mia esperienza posso affermare che per esempio la tempistica post chirurgica si abbatte di 2/3: oltre ad un maggior generale benessere del paziente operato, la cicatrizzazione e  la conseguente asportazione dei punti si fa a 5 giorni, rispetto ai 12-15 giorni “canonici”.

Riguardo all’utilizzo di molecole antibiotiche, posso dire che sono veramente pochissimi i casi in cui le utilizzo, avvlendomi per lo più di prodotti “terapia sanum”. Nel caso sopra riportato ho evitato l’utilizzo di antibiotici per la semplice ragione di non voler “deprimere” le capacità di ripresa del soggetto. Infatti ogni sistema vivente (organismi complessi compresi) ha una propria popolazione saprofitica, che costituisce una vera e propria garanzia di salute di per sè… perchè somministrare un antibiotico con effetto “cidico” o “statico” nei confronti di tutti questi microrganismi simbionti, e quindi “alleati” dell’organismo in questione?

Per un consulto specializzato con la Dott.ssa Alda Grossi, medico veterinario omeopata, contattatemi attraverso questa pagina.

 

Alda Grossi


7 comments

  • CLAUDIA PIZZINI

    5 Febbraio 2012 at 0:01

    splendido ! sei bravissima, non ho mai avuto dubbi ! ma non si puo’ condividere su face book ? non ho trovato sul tuo sito la condivisione. potrei farla girare, magari anche il cane con la displasia dell’anca. baci

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  • Salaro Ilenia

    7 Febbraio 2012 at 19:50

    Ti ringrazio per il lavoro svolto, in meno di un mese con grande sorpresa ho riscontrato un grande risultato.
    Temevo il peggio per l’occhio di Elvetia visto la gravità del danno, ma fortunatamente tutto si è risolto per il meglio grazie alle cure mediche omeopatiche.
    Elvetia ora ci vede benissimo e ti ringrazia tanto!
    CIao

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  • Lia

    26 Febbraio 2012 at 19:06

    Brava Alda! Questo è un caso davvero interessante, soprattutto perchè riguarda una specie non convenzionale, in cui la farmacologia classica immagino presenti parecchie lacune…bella anche la documentazione fotografica, rende il risultato evidente anche agli scettici!

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  • Barbara

    8 Settembre 2017 at 6:31

    Salve, spero di poter avere risposta al mio problema con la mia gattina Sophie.
    Lei ha il granuloma eosinofilico. E’ allergica a tutto, mangia solo carne di maiale cotta. Stanca del cortisone che la fa star male, abbiamo provato l’argento colloidale. Si e’ assuefatta, e dopo molti mesi di benessere riprende a star male. Le danno fastidio le orecchie, si scrolla, gratta e si lamenta scappando via. Mi aiuti a farla star bene per sempre. Sono della provincia, di Formia. Grazie Barbara

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    • Alda Grossi

      6 Novembre 2017 at 16:42

      Salve Barbara, se non lo ha già fatto, non esiti a contattarmi telefonicamente, sarò lieta di aiutare Sophie.

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